Il Coordinamento Nazionale di Scienze della Formazione Primaria risponde al mondo accademico, con il quale, tiene a sottolineare, ha sempre avuto un dialogo costruttivo e di collaborazione, riguardo all’inserimento degli studenti del III, IV e V anno nelle graduatorie provinciali e di istituto, in subordine, agli abilitati negli incarichi di supplenza.
L’ associazione, nata a tutela dei maestri e dei futuri maestri, ribadisce l’importanza del conseguimento della laurea, come titolo abilitante e di qualità dell’insegnamento, nonché come requisito imprescindibile per una stabilizzazione professionale futura. Infatti, consiglia agli studenti di scegliere la provincia dell’ateneo di riferimento o una provincia vicina alla sede del corso di laurea, perché una supplenza in più è sempre un’opportunità, ma un esame in meno ritarderà la progettualità di vita e professionale dei maestri di Scienze della Formazione Primaria. È indubbio che conciliare lo studio con il lavoro non sia facile, ma laurearsi è fondamentale.
Di contro, non ammettere che in questi anni, da messe a disposizione, per non avere classi/sezioni scoperte, nelle scuole Primaria e dell’Infanzia, gli incarichi di supplenza siano stati conferiti a persone con qualsiasi titolo, senza basi didattiche e pedagogiche, o a docenti di terza fascia della secondaria di I e II grado, che hanno caricato il punteggio sulle loro classi di concorso, usando il primi ordini di istruzione come ripiego, evidenzia una dissociazione tra il mondo accademico e la realtà scolastica.
Bisogna riconoscere e valorizzare il percorso formativo dei futuri maestri laureati, gli anni di studio, di laboratori, di tirocinio ed essere consapevoli che con questa laurea si può solo ed esclusivamente insegnare, non ci sono altri sbocchi lavorativi.
Le supplenze per gli studenti ci sono sempre state, la novità, anzi l’innovazione è conferire a questi ultimi una “messa in pari” normata, con validità economica e non giuridica (inserimento in subordine agli abilitati).
Certo, questa opportunità, e non obbligo di iscrizione nelle graduatorie, può essere una carota messa davanti agli studenti, fermo restando, però, che ogni singola persona, per onestà intellettuale e intellettiva, non si accontenti di mangiare una carota, ma cerchi di non fare marcire l’intero raccolto dell’orto.
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